sabato 1 maggio 2004

Anni formidabili

di Andrea Piersanti

Sono stati anni formidabili. Sono stati anni di cui sono grato al Signore. Dal 17 dicembre del 1993 al 7 aprile del 2004 sono stato alla guida dell’Ente dello Spettacolo. È stato un onore raro. Adesso la mano passa all’amico Dario Edoardo Viganò, docente presso la Lateranense di Roma e grande esperto di cinema. Ci conosciamo da molti anni e ci sentiamo uniti nello spirito di servizio e di obbedienza alla Chiesa. Viganò sa bene quale compito lo aspetta ora.

L’Ente dello Spettacolo, da quasi un secolo, rappresenta uno degli avamposti della cultura cattolica nel mondo dei media. Guidarlo in questi ultimi dieci anni non è stata una passeggiata. L’Italia, subendo una forte spinta laicista, è passata dalla prima alla seconda Repubblica. Nello stesso periodo, grazie alla straordinaria forza spirituale di Giovanni Paolo II, il mondo intero ha potuto partecipare da protagonista all’evento unico del Giubileo del Duemila, il primo della storia della Chiesa con una giornata dedicata specificatamente al cinema e allo spettacolo. Ma questi sono stati anche gli anni della rivoluzione della comunicazione con il fenomeno dei telefonini e l’esplosione di Internet.

A guardare indietro queste cose, ci sono oggi pochi rimpianti. Sul fronte delle tecnologie della comunicazione, l’Ente dello Spettacolo ha guadagnato infatti un primato assoluto: siamo stati i primi a portare Internet nel cinema italiano e il nostro website è ancora oggi un punto di riferimento ineludibile per tutti. La “Rivista del Cinematografo” non è mai stata così bella (non siamo noi a dirlo ma si tratta dell’opinione condivisa da mezzo cinema italiano).

Grazie alla sempre puntuale attenzione dei vertici della Cei e del Cardinale Camillo Ruini, l’Ente dello Spettacolo era, d’altra parte, all’assemblea dei Vescovi di Collevalenza del 1996 quando venne lanciato il progetto della Fondazione “Comunicazione e Cultura” e, soprattutto, della televisione “Sat 2000”.

Abbiamo vissuto, pienamente operativi, anche l’appuntamento giubilare con il nostro Festival “Tertio Millennio”, nato grazie alla collaborazione preziosa del Pontificio Consiglio della Cultura guidato dal Cardinale Paul Poupard, del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali guidato da Mons. John P. Foley e della Filmoteca Vaticana guidata da Mons. Enrique Planas.

Essere il presidente dell’Ente dello Spettacolo in questi anni non è stato quasi mai facile ed è stato sempre faticoso. Ma, grazie al Magistero della Chiesa e alla magnifica lezione del Pontificato di Giovanni Paolo II, questo lavoro si è potuto riempire ogni giorno di bellezza e di verità.

Ci vorrebbe un libro, e non le poche righe di un editoriale, per cercare di restituire il giusto fascino ad un’avventura che è stata umana prima ancora che professionale. Allora, per non fare torto ad una storia troppo grande per essere contenuta in questa pagina, approfitto dello spazio per salutare e ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno voluto condividere i momenti di gioia e quelli di sconforto. Mi sarà impossibile citarle tutte ma a tutti loro sarà sufficiente (ne sono sicuro) che io ne ricordi una sola: Sergio Trasatti, presidente dell’Ente dello Spettacolo dal 1980 a quel disgraziato 16 dicembre del 1993, grande maestro di giornalismo e di professionalità, maestro insostituibile di umiltà e di dignità.

Ricordo che pochi giorni dopo la sua morte improvvisa, mi ritrovai a commemorarne la scomparsa con amici e colleghi in occasione della presentazione di un suo libro (che purtroppo lui non fece in tempo a vedere), “La Croce e la stella”, Mondadori. Con le lacrime represse violentemente in gola, riuscii ad esprimere un solo sentimento, quello della gratitudine. Gli sono stato veramente grato per tutto quello che volle insegnarmi.

Ora, a distanza di dieci anni dalla sua morte, lascio la presidenza dell’Ente dello Spettacolo e mi stacco così da un pezzo importante della mia vita. In questi anni, molte volte mi sono trovato in estrema difficoltà e il lavoro all’Ente dello Spettacolo non è mai stato facile, neanche una volta. Ma ora, a distanza di dieci anni, il mio sentimento di gratitudine nei confronti di Trasatti è immutato. Così come è enorme la riconoscenza che provo verso tutte le persone che in questi anni hanno voluto accompagnarmi. Non c’è un solo minuto di questi venti anni passati all’Ente dello Spettacolo che vorrei cambiare. Non c’è un solo minuto che avrei voluto vivere altrove. Questa consapevolezza mi accompagnerà nei prossimi anni.

pubblicato su La Rivista del Cinematografo nel mese di Maggio del 2004