mercoledì 12 gennaio 2005

Europa del '900 - Polemiche inutili


Caro Direttore la ringrazio per lo spazio che il suo giornale ha voluto dare alla nostra iniziativa “Europa del ‘900”. Si tratta della raccolta degli atti di un convegno svoltosi a Roma alla fine di giugno. L’idea è quella di aprire un dibattito, serio e articolato, sulla possibilità e l’opportunità di produrre un documentario (con il montaggio delle immagini dei cinegiornali di tutti gli archivi europei) sulla storia del Novecento europeo. La forte e appassionata reazione del vostro Settimelli è la dimostrazione che, come era prevedibile, questo dibattito sarà vivace. È inevitabile. Mi spiace solo che il pregiudizio abbia offuscato per un attimo le facoltà del vostro giornale. Il progetto è ancora nella fase embrionale. Il libro di cui voi parlate è solo l’annuncio di una volontà editoriale del Luce e non già il progetto stesso. Le foto di questo volume (c’è anche Picasso, proprio in copertina) intendono suggerire solo emozioni e non rappresentano una scelta di campo. Accusare il Luce, inoltre, di voler ignorare il dramma della Shoah è bizzarro. La Shoah Visual History Foundation (quella fondata da Spielberg), l’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti), l’Associazione “Figli della Shoah” e alcune delle più importanti comunità ebraiche italiane e internazionali collaborano da mesi con il Luce per la produzione di documentari storici e per la ricostruzione e la gestione degli archivi audiovisuali. Mi spiace quindi per l’amarezza che traspare dalle parole di Settimelli. Il comitato scientifico del documentario sull’Europa del Novecento, se riusciremo a realizzarlo, sarà rigorosamente rappresentativo della pluralità delle interpretazioni storiografiche. A coordinarlo è stato chiamato proprio Valerio Castronovo. Si tranquillizzino i vostri lettori. È il metodo che abbiamo usato nel nostro passato recente (come nel caso del fortunato “La storia d’Italia” di Quilici), lo sarà a maggior ragione nel futuro. Mi incuriosisce invece il sentimento di scandalo espresso da Settimelli. Sembra un atteggiamento destinato a negare fin dall’inizio la possibilità di un dibattito. Come se, nella testa e nella cultura di Settimelli, non esistesse lo spazio per accogliere opinioni diverse dalle proprie. Un segnale inquietante nello stesso giorno in cui invece l’Istituto Luce da me presieduto dimostra, con il bellissimo “Private” di Saverio Costanzo, che il nostro atteggiamento editoriale è caratterizzato da apertura e da rispetto per le idee e i sentimenti di tutti. E quindi anche per quelle del vostro giornale. La mia lettera di oggi, infatti, è solo per amore della chiarezza e non ha intenzioni polemiche. Perché anzi la ricchezza di un dibattito così vivace non potrà che impreziosire il nostro lavoro. Con gratitudine per l’attenzione, Andrea Piersanti


Lettera a L'Unità