mercoledì 28 novembre 2007

Le marchette della Rai

di VittorioFeltri

In Italia si va a ondate, anche di quella roba lì. Prima l'ondata che il governo va giù con una spallata di Berlusconi e invece sta su, poi l'ondata che il Cavaliere fonda un partito nuovo e manda a ramengo gli alleati, infine l'ondata che la Rai e Mediaset hanno fatto comunella, e la Repubblica se ne accorge e pubblica delle intercettazioni telefoniche: la prova che i giornalisti e i dirigenti della rete privata e di quella semipubblica si parlano. Sai che notizia. Vi rivelo un segreto: anch'io ho chiacchierato al cellulare addirittura con Bruno Vespa. Giuro. E anche con Gianni Riotta. Perfino con Mimun. Una volta mi sono spinto a Pier Silvio Berlusconi: abbiamo discettato di Range Rover. Se mi avessero intercettato figurerei come un ricettatore di "fuoristrada", noti come Suv. Non bastasse tutto ciò, arriva Celentano che fa una marchetta ributtante in favore di Prodi del quale canta le laudi senza vergogna. Quando Adriano ogni biennio appare in video lo inonda di saliva per ingraziarsi la sinistra, la quale lo ricambia con scrosci di applausi e trasformandolo in santino cattocomunista. Nove milioni di telespettatori inchiodati al teleschermo per verificare cosa dirà il vate di via Gluck. Ma cosa volete che dica? Le solite scemenze ecologiche, i soliti luoghi comuni da sezioni Arci e Acli, il cemento è brutto e l'erba è bella, il nucleare fa la bua al pianeta, l'aria buona (...) (...) è migliore di quella cattiva. E naturalmente Romano Prodi è una brava persona. Tutte queste melensaggini non fanno scandalo. Vuoi mettere le conversazioni di Deborah Bergamini con qualche amico di Canale 5? Adesso ce l'hanno con lei che, tra l'altro, è una bella ragazza alta e sa i casi suoi: eppure rischia di pagare per tutti. Assurdo. Non ha colpe. Non c'è verso di placare le ire progressiste. I compagni sono persuasi che ci fosse un complotto per danneggiare l'Unione e aiutare la Casa delle libertà. Immaginarsi. Lo stesso presidente della Rai, Petruccioli, ha detto che la sua azienda «è stata spesso violentata, e non da uno solo; però non è puttana». Puttana forse è troppo, ma pronta a darsi senz'altro, soprattutto a chi ha più potere. Basti pensare che l'ex monopolio è sempre stato governato dalla politica ed è pieno di raccomandati, di gente pagata per grattarsi, trombettieri e tifosi di Celentano. Quando il Cavaliere era a Palazzo Chigi, ogni giorno l'Osservatorio di Pavia lanciava un comunicato: eccessivo spazio alla destra, poco alla sinistra. Da un anno e mezzo l'Osservatorio tace. Sparito. Non fornisce un dato, un numerino, una statistica. Per scoprire come stiano le cose sotto il centrosinistra s'è dovuto attendere una inchiesta di Italia Oggi, quotidiano diretto dall'ottimo Franco Bechis. Dalla quale si evince che il nuovo telegiornale, per altro ben fatto da Gianni Riotta, già vicedirettore del Corriere della Sera, fatalmente riserva al premier il doppio dello spazio che Mimun riservava a Berlusconi. Lungi da me l'idea di criticare Riotta. Sono del parere che i minuti regalati a un personaggio della politica dipendano da una somma di motivi, quasi sempre giornalistici; e che un direttore debba essere libero di scegliere non solo gli argomenti da trattare e i leader su cui soffermarsi, ma anche la cosiddetta tempistica. Ciò che stupisce semmai è che la sinistra si stracci le vesti se va in onda Silvio e consideri fisiologico se va in onda Romano. Due pesi e due misure paradigmatici della malafede di certa politica, incline a gridare allo scandalo per la pagliuzza degli avversari e a perdonarsi per le proprie travi.


L'editoriale di Feltri

Nessun commento: