venerdì 10 agosto 2007

Nessuno difende il cinema italiano. Per uccidere la tv



di Andrea Piersanti

Non se ne può più. Non passa giorno che non ci sia un proclama contro il cinema italiano. Il più recente è quello dell'attore francese Michel Piccoli. Premiato a Locarno, ha detto: "Ho ricordi di tutto il cinema italiano ed è una tristezza che sia diventato altro". La vera tristezza, però, è data dal silenzio assordante che accompagna queste dichiarazioni. Il regista di culto Quentin Tarantino (quello di "Pulp fiction" e che ora ha deciso di fare un film con Edwige Fenech) ha sempre dichiarato il suo amore per il cinema italiano del passato ma, recentemente, anche lui ha confessato che quello attuale non gli piace per niente.

Polemiche da ombrellone? Neanche per sogno. Il vero obiettivo è un altro. Antico, come la polvere dei salotti della sinistra, il vero obiettivo è ancora lei, la televisione. "È una dittatura dal punto di vista artistico, politico e sociale – ha spiegato Michel Piccoli a Locarno -. Non è importante che vi sia la qualità". Tradito da un momentaneo calo di attenzione, Piccoli ha svelato il mistero. Ecco perché nessuno difende il cinema italiano dai numerosi attacchi mediatici di questa estate cretina (come la definisce la Littizzetto). Perché sperano, in questo modo, di uccidere la tv.
In un paese normale, il ministro della cultura avrebbe dovuto insorgere contro tali attacchi. Ma, mentre Piccoli sputava sul cinema italiano, il ministro Rutelli era a Capalbio a celebrare i primi venti anni dello stabilimento "Ultima spiaggia". "La più brutta spiaggia d'Italia con la gente più bella d'Italia", parola di Barbara Palombelli (modestia a parte). Il cinema italiano da anni viene prodotto e sostenuto dalla televisione. Mediaset, tramite Medusa, e la Rai, prima da sola e ora con Rai Cinema, hanno finanziato opere prime, seconde e i capolavori dei registi più acclamati. Il cinema italiano, inoltre, ora ha ricominciato a tirare anche la carretta degli incassi in sala. Dopo la recente riforma del settore, i nostri film hanno riconquistato fette di mercato che sembravano impossibili. Il pubblico risponde e ci stiamo avviando a celebrare l'autunno dei grandi festival, a Venezia e a Roma. Al Lido, nella Mostra diretta da Marco Muller, il segnale incoraggiante viene dato dalla presenza in concorso di opere di giovani registi italiani.
Ma dall'attuale governo neanche un fiato in difesa del nostro cinema. Come Piccoli involontariamente ha fatto intendere, negando la qualità del cinema italiano si nega la qualità della nostra tv. Quella di Mediaset, perché è di Berlusconi, è ovvio. Quella della Rai, perché la lottizzazione non ha funzionato nel modo dovuto e Viale Mazzini è così diventato il teatro di scontro delle vendette incrociate all'interno della stessa sinistra.
È tutto? Ovviamente no. Sullo sfondo troneggia Murdoch con il suo monopolio satellitare. Grazie al silenzio - assenso dell'attuale governo, i canali cinematografici di Sky spadroneggiano e mille film di Hollywood rimbombano nelle case degli italiani. Com'era bello il cinema italiano, quando non c'era la tv.

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