domenica 7 settembre 2008

Si può vivere così: da protagonisti



In un’epoca in cui sembra che nulla possa interessare, il Meeting ha mostrato che la gente non parte da discorsi o da idee astratte, ma è colpita da una presenza.

In questo senso il messaggio del Santo Padre è stato il segno di una presenza familiare al popolo del Meeting e ha indicato l’ipotesi di lavoro che ha segnato tutta la settimana: «Il Meeting vuole ribadire che solo Cristo può svelare all’uomo la sua vera dignità e comunicargli l’autentico senso della sua esistenza… Ecco dunque il protagonismo… ci vuole suoi collaboratori per la realizzazione del suo Regno».

Gli incontri del ciclo “Si può vivere così” hanno offerto la testimonianza di persone appassionate alla propria umanità, che nell’incontro cristiano hanno trovato la risposta al bisogno infinito del loro cuore e sono diventate perciò protagoniste: Vicky e Rose tra i malati di AIDS di Kampala, Cleuza e Marcos Zerbini tra i senza terra di San Paolo, padre Aldo Trento ad Asunción, Rosetta Brambilla a Belo Horizonte, suor Elvira e Margherite Barankitse, sono rimasti nella testa e nel cuore della gente, perché testimoniavano una chiarezza di sguardo sulla vita fino al riconoscimento di Cristo come una presenza reale. Il loro dire di sì al Mistero li ha resi protagonisti e questo è all’origine anche del cambiamento sociale che le loro storie hanno documentato. Così la mostra sulle carceri è stata una continua possibilità di incontrare la stessa novità nella presenza fisica dei carcerati che facevano da guida, mostrando un’altrimenti impossibile libertà. Allo stesso modo, nella testimonianza di Eugenio Borgna e Giancarlo Cesana un tema esistenziale come la solitudine è stato affrontato non come questione psicologica, ma come strada alla scoperta dell’originale dipendenza di ogni uomo che apre all’incontro con Qualcuno a cui poter credere. Come anche l'intervento di Marco Bersanelli ha documentato e testimoniato.

Gli interventi di personalità della Chiesa, dal cardinale Bagnasco al cardinale Tauran a monsignor Mamberti, fino ai vescovi Pezzi, Fisichella, Negri, Hinder (vicario apostolico d’Arabia Saudita) ha reso evidente che l’apertura verso l’altro nasce dalla coscienza della propria identità e che la fede cattolica mette nelle condizioni ottimali per incontrare chiunque sulla base della comune esperienza elementare, come è accaduto con gli anglicani Hauerwas e Milbank, con gli ortodossi Mescrinov e Polujanov, col buddista Habukawa e con l’ebreo Weiler.

In un momento in cui la situazione internazionale è confusa e carica di tensioni, il Meeting, fedele alla sua storia, è stato il luogo di un dialogo per la pace, i diritti dell’uomo e la convivenza tra i popoli, con personalità internazionali come l’ambasciatore USA Mary Ann Glendon, il segretario della Lega araba Moussa, gli economisti Krueger e Attali.

Quanto alla politica, particolarmente quest’anno in primo piano sono stati i temi - quali federalismo, welfare, sussidiarietà, istruzione – e non il gossip o le schermarglie fra avversari. Più d’uno fra i politici e imprenditori presenti a Rimini si sono sorpresi nel riconoscere che il Meeting reale è cosa del tutto diversa e ben più interessante rispetto a quello troppo spesso rappresentato nei media.

Al Meeting si è rinnovato l’incontro con intellettuali e scrittori che hanno documentato che la cultura non è un fenomeno da accademia, ma nasce all’interno di una appartenenza e si documenta come coscienza critica e sistematica di un’esperienza. Questo hanno testimoniato Aaharon Appelfeld, Michael O’Brien, John Waters e Gianpaolo Pansa, Javier Prades, Enzo Bettiza e Ivanovna Ljudmila Saraskina. Così lo spettacolo inaugurale ha riproposto i Cori da “la Rocca”, capolavoro di T.S. Eliot, con quel drammatico interrogativo - «È la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità cha ha abbandonato la Chiesa?» -, a cui la settimana del Meeting ha cercato di rispondere positivamente con la realtà di 4.000 volontari e di oltre 700.000 presenze, che hanno mostrato la realtà di un popolo per il quale la fede è l’esperienza di una soddisfazione perché corrisponde al bisogno che ogni uomo è, ed è l’inizio di un percorso della conoscenza che fa entrare ogni volta di più nella realtà da protagonisti.

Perciò, dopo il Meeting del desiderio e della libertà, dopo quello della ragione e quello della verità, il titolo del Meeting 2009 - che si svolgerà a Rimini dal 23 al 29 agosto - è: «La conoscenza è sempre un avvenimento».

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